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GIU 25 2016
In bici … per scherzare
Oggi ho tentato di fare un giro in bicicletta; a parte il caldo impossibile, per cui sembrava di respirare l’aria da un phon, c’era anche vento. Si tratta di un fenomeno diverso da quello che le normali persone definiscono con questo termine; il ciclista sa bene che il vento non è qualcosa di “atmosferico”, ma un maligno nemico della pedalata. In effetti non si sa bene come sia, ma durante l’uscita spira in senso contrario sia all’andata che al ritorno; quando non ci riesce soffia fastidiosamente trasversale. Così per un “mistino” da poco meno di 33 km, Udine – Faedis – Attimis – Udine, normalmente di un’oretta mi devo accontentare di una media di 30,71 km/h, invece dei soliti 32, 5 e il famoso motorino Morty, in foto, non ce la fa, al ritorno, a toccare i soliti massimi, tra 37 e 42. Tuttavia oggi ritengo di aver concluso un periodo di formazione utile per riconoscere l’età dei ciclisti dal loro comportamento; basta salutarli! Ecco la tabella. Adulti sotto i 27 anni: non ti vedono minimamente; loro appartengono all’ambito degli dei del ciclismo, ma questa loro religione è monoteista. Hanno la migliore bicicletta, i migliori scarpini, i migliori occhiali. I nastri del manubrio sono sempre nuovi. Mangiano germogli di un cereale che cresce solo in Venezuela e un legume che si trova alle falde dell’Himalaya. L’acqua della borraccia è ghiaccio artico disciolto e purificato. 28 – 35 anni: ti guardano per una frazione di secondo per esprimerti subito dopo, con un’occhiataccia, tutto il loro sdegno per aver occupato uno spazio sulla loro strada, benché andiate in senso contrario. Certamente si preparano il cibo da soli e lo cospargono di dianabol grattugiato. Hanno modificato la loro sella allargando il già presente foro per evitare la prostatite riprendendo le argomentazioni di un articolo secondo il quale se non lo si fa si rischia una riduzione delle dimensioni della canna dell’organo, in fase di attività, del 11,5 % portandolo quindi a 10,62 cm. 36 – 45 anni: salutano, ma accelerano quando ti vedono arrivare in senso contrario; se li superi, invece, ti rincorrono e ti superano a loro volta raggiungendo velocità da velodromo per una manciata di secondi girando poi alla prima traversa di campagna, schiantati. 46 – 55 anni: salutano amabilmente, commentano al volo il tempo, tipo (volutamente scrivo esclusivamente per riprodurre i suoni della nostra terra) “ue a le cialt” e danno / chiedono incoraggiamenti, soprattutto in salita … “… no sai so rivi in somp … viif …”. Se li trovi in un bar scopri che la loro fonte energetica principale è il prosecco; per le proteine si affidano al salame. 56 – 62 anni: salutano con intere frasi preparate a casa e comunque collaudate; sono orgogliosi delle loro vecchie bici: niente mavic o ultegra. Spesso viaggiano in gruppo chiacchierando e facendo battute pesanti. Mangiano qualsiasi cosa, di commestibile e non. Evitano le salite, ma si ricordano di quando hanno fatto lo Zoncolan (?). Oltre i 62 anni: fanno fatica a trovare compagni per la gita; qualcuno dei vecchi tempi ha appeso gli scarpini al chiodo. Più che salutarti cercano di fermarti e condurti in un’Osteria per raccontarti le avventure con l’ultima morosa. Se ci vai ti mostrano il loro segreto … un preservativo … con stecche di balena.
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